Zuppa Vatnik
Numero della Zuppa276
Data28.04.2024
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Paese di origineRussia
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Principali narrazioni del Cremlino

Nella #vatniksoup di oggi, proseguiremo con le principali narrazioni del Cremlino e il modo in cui vengono attualmente utilizzate per legittimare le elezioni farsa in Russia, per protestare contro gli aiuti militari all’Ucraina e per confondere le persone con il benaltrismo.
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Naturalmente non c’è nulla di nuovo in tutto ciò, ma la scala è molto + grande di quanto mai visto prima. La strategia dell’“Idrante di falsità” cerca di inondarci con un’enorme quantità di contenuti emotivi e tendenziosi per confonderci e distrarci dall’argomento in questione.2/ Image
Useremo alcuni dei nostri post sulle elezioni farsa russe come esempio. Nella seconda foto, si nota l’enorme quantità di commenti rispetto ai like/retweet del post - un rapporto di 1:4 è in verità molto raro e suggerisce che il post è stato trovato da troll e bot.
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Post di questo tipo sono ottimi anche per scoprire gli argomenti di discussione della fabbrica di troll del Cremlino: non ce ne sono così tanti e spesso amano diffondere le solite bugie che hanno creato dal 2014. Vediamone alcune e perché sono sbagliate.
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Iniziamo con un grande classico, il “benaltrismo". Non è una tattica nuova, in quanto era già stata usata dai propagandisti sovietici per deviare qualsiasi critica verso il loro Paese. “E allora l’invasione dell’Iraq?” e “E allora Gaza?” sono esempi tipici di benaltrismo.
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Ovviamente sviare il discorso su altro non risolve nulla, ma serve solo a distogliere l’attenzione da un problema. Inoltre, accettare un torto perché al mondo ne sono avvenuti altri non fa altro che aumentarli, invece di cercare di ridurli e prevenirli.
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Poi c’è la tattica di deviare il discorso facendo riferimento alle elezioni annullate in Ucraina. In realtà la Costituzione ucraina prevede che le elezioni non si tengano in tempo di guerra, perché votare nel bel mezzo di un’invasione è quasi impossibile.
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Confrontiamo ora i presidenti ucraini con quelli russi e bielorussi dal 2000: la Russia ne ha avuti due (tecnicamente uno) e la Bielorussia uno. È molto facile vedere quali regimi hanno limitato la libertà di parola e preso il controllo delle loro società.
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Ogni volta che si parla dei crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina, i troll del Cremlino non riescono a smettere di parlare del “genocidio in Donbas”. Secondo la loro storia, l’Ucraina “ha bombardato il Donbas per 8 anni”, uccidendo civili e bambini.
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Ovviamente questo non è mai accaduto e persino i collaboratori di Prigozhin hanno ammesso che gli intervistati erano in realtà crisis actor. I disordini sono stati finanziati dal Cremlino e da mercenari/agenti del FSB come Igor Girkin.
Qui il debunk:
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C’è poi un esempio un po’ più oscuro, ma più popolare tra la popolazione russofona: gli scontri di Odessa del 2014.
Questa falsa narrazione sostiene che i “neonazisti ucraini” hanno bruciato vivi gli ucraini russofoni.
Qui il debunking:
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Un altro classico è la balla dei “neonazisti ucraini”. I partiti ucraini di estrema destra hanno ottenuto il 2,2% dei voti alle elezioni del 2019. In realtà è la Russia ad avere un enorme problema di neonazismo, e i suoi eserciti ne sono infestati:

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Per saperne di più sul nazismo in Russia:

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Un’altra narrazione collegata a questa è “Azov usa i civili come scudi umani”. Nel corso della guerra, la Russia ha commesso crimini di guerra contro i civili, ad esempio sparando ai veicoli in fuga e alle ambulanze. Ha anche preso di mira ospedali e soccorritori.
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Poi ci sono i “pacifisti”, ovvero i profili che chiedono costantemente all’Ucraina di negoziare per la pace, anche se Putin stesso ha detto di recente che “sarebbe ridicolo per noi iniziare a negoziare con l’Ucraina”.
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Aspettatevi di vedere molti post simili nel prossimo futuro, poiché saranno usati per attaccare qualsiasi posizione pro-ucraina su X. Inoltre, ce ne saranno molti altri relativi agli aiuti militari all’Ucraina e al sostegno a Donald Trump per la presidenza.
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Vale la pena notare che, prima dell’arrivo di NAFO, tutto questo avveniva in modo incontrastato. In realtà, queste narrazioni incontrano ancora poca resistenza sui social come TikTok e Facebook. Quindi, grazie NAFO!
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